Giovanni Boccaccio 1313

Giovanni Boccaccio 1313
Francesco Petrarca 1304
Francesco Petrarca (1304-1374), noto semplicemente come Petrarca, è stato un poeta e umanista italiano del XIV secolo, spesso considerato uno dei padri del Rinascimento. Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Petrarca:
Poeta Lirico: Petrarca è famoso soprattutto come uno dei più grandi poeti lirici della storia. Le sue raccolte di poesie, in particolare il "Canzoniere" o "Rerum vulgarium fragmenta," contengono sonetti, canzoni e altre composizioni poetiche, molte delle quali sono dedicate all'oggetto del suo amore ideale, Laura.
Il Canzoniere: La raccolta di poesie di Petrarca, "Il Canzoniere," è uno dei capolavori della poesia italiana. Quest'opera è una celebrazione e una riflessione sull'amore, la bellezza, la fuga del tempo e il desiderio.
Laura: Laura, l'oggetto del desiderio di Petrarca, è una figura idealizzata e misteriosa che compare in molte delle sue poesie. L'amore per Laura è spesso considerato simbolico e spirituale, rappresentando una forma di elevazione dell'anima.
Umanesimo: Petrarca è anche noto come un umanista, poiché si interessava profondamente all'eredità classica greco-romana. La sua raccolta di lettere, "Epistolae familiares," riflette la sua corrispondenza con molti degli uomini più colti del suo tempo e la sua dedizione al valore del sapere classico.
Lode della Solitudine: Petrarca ha scritto l'opera "De vita solitaria" (Lode della Solitudine), in cui elogia la vita ritirata e contemplativa, contrapponendola alle preoccupazioni mondane.
Viaggi: Petrarca viaggiò ampiamente in Italia e in Europa, visitando luoghi di importanza storica e artistica. I suoi viaggi e le sue osservazioni sulla classicità contribuirono al suo approccio umanistico.
Pensiero Politico: Pur essendo noto principalmente come poeta, Petrarca ha anche scritto sul pensiero politico. La sua opera "De Remediis Utriusque Fortunae" (I rimedi contro la sfortuna) affronta temi come la politica, la morale e la filosofia.
Petrarca morì nel 1374, ma il suo impatto sulla letteratura e sulla cultura è durato nel tempo. La sua opera ha influito sulla letteratura italiana e europea, e la sua figura di umanista ha contribuito a plasmare il periodo rinascimentale.
Dante Alighieri 1265
Dante Alighieri morì a Ravenna nel 1321, ma la sua eredità è rimasta immortale attraverso la sua straordinaria opera, che continua a essere studiata e apprezzata in tutto il mondo. La "Divina Commedia" è stata tradotta in numerose lingue ed è oggetto di innumerevoli interpretazioni e commenti.
Rosvita 935
Rosvita fu una monaca sassone, autrice di poemi e drammi latini, nata verso il 935, morta poco dopo il 973. Visse nel monastero di Gandersheim, dove ebbe maestra, indi badessa, una nipote di Ottone I, Gerberga.
La sua prima fatica letteraria fu quella di versificare, in metro eroico o elegiaco, leggende sacre: la storia della Vergine Maria, l'Ascensione del Signore, le passioni di S. Gongolfo, di S. Pelagio, di S. Dionigi, di S. Agnese, la conversione di Teofilo, un miracolo di S. Basilio. Attinse in genere a testi scritti; ma per S. Pelagio s'affidò alla narrazione ch'ella aveva udito dalla bocca d'un cordovano, cioè di un concittadino del santo, testimone oculare della sua vita e della sua morte. Del resto i libri che le servirono per le altre leggende furono testi apocrifi, come il Vangelo di S. Giacomo, o storie ricche di elementi meravigliosi (miracoli, patti diabolici, ecc.), che rivelano a ogni modo i gusti romanzeschi della poetessa. L'ultima sua fatica letteraria fu quella di comporre poemi storici, celebrando le gesta di Ottone I (sino all'incoronazione imperiale del 962, oltre la quale la pia suora non osò provare le sue forze) e le origini del monastero di Gandersheim. Ma tutte queste opere, senza dubbio notevoli, non sarebbero bastate a darle un posto distinto, anzi singolare, nella storia della letteratura latina medievale, se tra la prima e l'ultima serie dei suoi poemi R. non avesse composto anche sei drammi. Buona conoscitrice dei classici, ella osò, sola in tutto il Medioevo, imitare Terenzio. Voleva anzi, possibilmente, con la sua, sostituire l'opera del grande comico latino, non sulla scena, donde era disceso già da tanti secoli Terenzio, e dove R. non sognava certo di salire, ma nelle scuole e nelle biblioteche. Le commedie di Terenzio erano divenute un testo scolastico dei più letti e dei più studiati, un libro dei più diffusi e dei più ricercati; ma la loro immoralità costituiva agli occhi degli spiriti austeri un grave danno. Perciò Rosvita volle porvi rimedio, e "in quello stesso genere letterario, in cui si rappresentavano le lascivie delle male femmine, celebrare la castità delle sante vergini". Cercò dunque l'argomento dei suoi drammi nella letteratura agiografica; ma, poiché le parve constatare che la trattazione di amori colpevoli era, nella commedia, un elemento essenziale, preferì le pie leggende che le potevano fornire di tale materia. Così due dei suoi drammi (Abraham, Paphnutius) rappresentano la conversione di due meretrici; due altri (Callimachus, Dulcitius) il trionfo di una casta donna e di tre pure vergini contro le turpi voglie di due libertini. I due restanti drammi (Gallicanus, Sapientia) si sottraggono tuttavia a questa regola. Del resto R. disconosce i caratteri principali della commedia antica: non solo per lo scopo edificante che si propone, non solo per il funebre fine a cui conduce l'azione (in genere alla morte esemplare di martiri o di penitenti; in un caso all'orribile morte d'un malvagio), ma per l'assenza dell'elemento comico (se si eccettuano alcune notevoli scene del Dulcitius), anzi per la prevalenza dell'elemento tragico (che nel Callimachus assume addirittura carattere macabro); poi per la trasgressione d'ogni limitazione di tempo e di luogo e per la trascuranza d'ogni esigenza scenica; infine anche per l'abbandono d'ogni specie di versificazione, a cui è sostituita ingegnosamente la prosa rimata. Le esercitazioni drammatiche di R. non significano dunque affatto una resurrezione della commedia antica. E non hanno d'altra parte nulla di comune con quei drammi liturgici, che proprio allora stavano nascendo nelle chiese, e dai quali si sviluppò il dramma nuovo. Fu solo più tardi che le sacre rappresentazioni si volsero a sfruttare le leggende dei santi, e a trattare argomenti simili o uguali a quelli di R. Opera isolata fu dunque la sua; e, priva di contatti com'era con la realtà teatrale, piena di inesperienze; macchiata qua e là (specie nel Paphnutius) da pedanterie scolastiche; ma, con tutto ciò, sorretta da un naturale istinto drammatico: netti i caratteri, vivo il dialogo, una, in ogni dramma (se si eccettua il Gallicanus), l'azione: tutti pregi che spiccano in modo particolare nell'Abraham.
Non dunque soltanto la singolarità storica di questi drammi, ma anche il loro valore intrinseco, ne spiega il successo, in tempi recenti, anche fuori della stretta cerchia dei dotti: successo attestato dalle numerose traduzioni in varie lingue, oltre che da qualche isolato e curioso tentativo di rappresentazione.
Letteratura epica: Questa categoria comprende epopee e racconti epici che celebrano eroi e avventure. Uno dei capolavori più noti è il "Ciclo arturiano", che racconta le gesta del re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Altri esempi importanti sono il "Ciclo carolingio" con le gesta di Carlo Magno e la "Chanson de Roland".
Letteratura religiosa: La letteratura religiosa medievale include opere di devozione, trattati teologici e testi spirituali. Tra le opere più famose ci sono "Le confessioni" di Sant'Agostino, "La città di Dio" dello stesso autore e il "Summa Theologica" di Tommaso d'Aquino.
Letteratura cortese: Questa categoria comprende opere che trattano l'amore cortese, un'ideale romantico e platonico di amore che metteva in risalto la devozione e il rispetto verso le donne. Il "Roman de la Rose" è uno dei più celebri esempi di questo genere.
Letteratura allegorica: Questo genere utilizzava allegorie e simboli per rappresentare temi religiosi e morali. Un esempio notevole è "La Divina Commedia" di Dante Alighieri, che rappresenta un viaggio attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
Letteratura cavalleresca: Questa categoria si concentra sulle gesta di cavalieri, spesso alla ricerca della gloria e dell'onore. Opere come "Il ciclo della Bretagna" e "Il ciclo di Guiron le Courtois" sono esempi di letteratura cavalleresca.
Letteratura didattica: Queste opere erano scritte con l'obiettivo di educare e istruire. Il "Roman de la Rose" contiene elementi didattici, così come "Il Fiore delle virtù" di Jacopo da Varazze.
Letteratura satirica e comica: Questa categoria include opere satiriche e comiche che spesso mettevano in ridicolo la società e la Chiesa. "Il Decameron" di Giovanni Boccaccio è un esempio celebre di letteratura comica.
Letteratura popolare: Questa categoria comprende racconti popolari e leggende che sono stati tramandati oralmente prima di essere scritti. Tra questi, ci sono le storie di Re Artù e Robin Hood.
Letteratura teatrale
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, sembrò che il teatro fosse destinato a non esistere più. La Chiesa cattolica, ormai diffusa in tutta Europa, non apprezzava il teatro e, addirittura, scomunicava gli attori. A questa situazione, però, sopravvissero i giullari, eredi del mimo e della farsa atellana che intrattenevano la gente nelle città o nelle campagne con canti e acrobazie. Su di loro pendeva lo stesso la condanna della Chiesa, la quale, dal canto suo, diede origine ad un'altra forma di teatro: il dramma religioso o sacra rappresentazione, per mezzo del quale i fedeli, spesso analfabeti, apprendevano gli episodi cruciali delle Sacre scritture. Rilevante in ambito tedesco fu l'opera della monaca Roswitha di Gandersheim, che, nel X secolo, fece rinascere il dramma in Germania, utilizzandolo come mezzo per attrarre i fedeli e colpirne la fantasia.
Il teatro medievale è un termine ampio che si riferisce alle rappresentazioni teatrali che si svolgevano in Europa durante il periodo medievale, che va approssimativamente dal V al XV secolo. Questo periodo è caratterizzato da una vasta gamma di stili e tradizioni teatrali che variano notevolmente da una regione all'altra, ma ci sono alcune caratteristiche comuni che possono essere identificate nel teatro medievale.
Ecco alcune delle caratteristiche chiave del teatro medievale:
Temi religiosi: Gran parte del teatro medievale era fortemente influenzato dalla Chiesa e aveva temi religiosi predominanti. Le rappresentazioni teatrali erano spesso utilizzate come strumento di insegnamento religioso, e le rappresentazioni delle storie bibliche erano comuni. Uno dei generi più noti era il mistero, in cui venivano drammatizzati episodi della Bibbia.
Teatro liturgico: Molte delle prime rappresentazioni teatrali si svolgevano all'interno delle chiese o dei cortili delle chiese. Questo teatro liturgico era strettamente legato ai servizi religiosi e aveva lo scopo di educare la popolazione sulle storie sacre.
Teatro profano: Nel corso del tempo, il teatro si è evoluto anche al di fuori delle influenze religiose. Sono emerse forme di teatro profano, spesso legate alle feste e alle celebrazioni popolari. I giochi, le farse e le rappresentazioni comiche erano esempi di questo tipo di teatro.
Commedia dell'arte: Alla fine del periodo medievale e nell'inizio del Rinascimento, si sviluppò in Italia la Commedia dell'arte. Questa forma di teatro era caratterizzata da personaggi archetipici, maschere e improvvisazione. Fu una delle prime forme di teatro professionale e influenzò notevolmente il teatro successivo.
Teatro itinerante: A causa della mancanza di teatri permanenti, molte compagnie teatrali medievali si esibivano in spazi temporanei come piazze o cortili. Questo ha dato origine a uno stile di teatro itinerante.
Costumi e scenografie semplici: I costumi e le scenografie medievali erano generalmente semplici e simbolici, spesso realizzati con materiali di recupero. Gli attori si affidavano principalmente alla gestualità e all'espressione vocale per comunicare con il pubblico.
Ruolo delle corporazioni: In alcune città europee, le corporazioni di mestiere erano coinvolte nell'organizzazione delle rappresentazioni teatrali, poiché vedevano nel teatro una forma di intrattenimento e di promozione culturale.
Il teatro medievale ha contribuito alla crescita e all'evoluzione del teatro europeo, fungendo da trampolino di lancio per molte delle tradizioni teatrali successive. Ha influenzato sia il teatro religioso che quello profano, aprendo la strada alla rinascita del teatro nel Rinascimento e all'ulteriore sviluppo delle arti sceniche in Europa e oltre.
Giovenale II sec. d.C.
Tacito 56 d.C.
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