domenica 9 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Boccaccio 1313

Giovanni Boccaccio 1313

Giovanni Boccaccio (1313-1375) è stato uno scrittore, poeta e umanista italiano del Trecento, noto soprattutto per la sua opera "Il Decameron." Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Giovanni Boccaccio: Il Decameron: La sua opera più celebre è "Il Decameron," una raccolta di cento novelle scritte tra il 1349 e il 1351. Il termine "Decameron" significa "dieci giornate," e le novelle sono raccontate da un gruppo di giovani che si rifugiano in una villa fuori Firenze durante l'epidemia di peste nera del 1348. Le novelle spaziano in vari generi, tra cui comico, tragico, erotico e morale, riflettendo la varietà della vita umana. Umanesimo: Boccaccio è considerato uno dei primi umanisti italiani. Era appassionato dello studio della letteratura classica e della cultura greco-latina, e la sua conoscenza delle opere di autori antichi come Ovidio e Seneca è evidente nei suoi scritti. Le Filippiche e altre opere: Oltre al Decameron, Boccaccio scrisse diverse opere di carattere umanistico, tra cui "Le Filippiche" (un trattato in latino sulla vita di Filippo il Macedone) e "Genealogie Deorum Gentilium" (Genealogie degli dei pagani), un'opera mitologica. Diplomazia e carriera governativa: Boccaccio ebbe anche una carriera nel servizio pubblico, lavorando come ambasciatore e diplomatico per la Repubblica di Firenze. Tuttavia, non fu particolarmente soddisfatto della politica e delle sfide dell'epoca. Stile e lingua: Boccaccio scrisse in un italiano fluido, contribuendo al perfezionamento della lingua italiana letteraria. La sua prosa è spesso elogiata per la sua chiarezza e raffinatezza stilistica. Ultimi anni: Boccaccio passò gli ultimi anni della sua vita dedicandosi allo studio, all'insegnamento e alla scrittura. Morì nel 1375 a Certaldo, il suo paese natale, e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. L'eredità di Giovanni Boccaccio è significativa nell'ambito della letteratura italiana e dell'umanesimo. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di catturare la complessità della vita umana attraverso il prisma delle sue novelle e per il suo contributo allo sviluppo della lingua italiana.

sabato 8 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Petrarca 1304

Francesco Petrarca 1304

Francesco Petrarca (1304-1374), noto semplicemente come Petrarca, è stato un poeta e umanista italiano del XIV secolo, spesso considerato uno dei padri del Rinascimento. Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Petrarca:

Poeta Lirico: Petrarca è famoso soprattutto come uno dei più grandi poeti lirici della storia. Le sue raccolte di poesie, in particolare il "Canzoniere" o "Rerum vulgarium fragmenta," contengono sonetti, canzoni e altre composizioni poetiche, molte delle quali sono dedicate all'oggetto del suo amore ideale, Laura.

Il Canzoniere: La raccolta di poesie di Petrarca, "Il Canzoniere," è uno dei capolavori della poesia italiana. Quest'opera è una celebrazione e una riflessione sull'amore, la bellezza, la fuga del tempo e il desiderio.

Laura: Laura, l'oggetto del desiderio di Petrarca, è una figura idealizzata e misteriosa che compare in molte delle sue poesie. L'amore per Laura è spesso considerato simbolico e spirituale, rappresentando una forma di elevazione dell'anima.

Umanesimo: Petrarca è anche noto come un umanista, poiché si interessava profondamente all'eredità classica greco-romana. La sua raccolta di lettere, "Epistolae familiares," riflette la sua corrispondenza con molti degli uomini più colti del suo tempo e la sua dedizione al valore del sapere classico.

Lode della Solitudine: Petrarca ha scritto l'opera "De vita solitaria" (Lode della Solitudine), in cui elogia la vita ritirata e contemplativa, contrapponendola alle preoccupazioni mondane.

Viaggi: Petrarca viaggiò ampiamente in Italia e in Europa, visitando luoghi di importanza storica e artistica. I suoi viaggi e le sue osservazioni sulla classicità contribuirono al suo approccio umanistico.

Pensiero Politico: Pur essendo noto principalmente come poeta, Petrarca ha anche scritto sul pensiero politico. La sua opera "De Remediis Utriusque Fortunae" (I rimedi contro la sfortuna) affronta temi come la politica, la morale e la filosofia.

Petrarca morì nel 1374, ma il suo impatto sulla letteratura e sulla cultura è durato nel tempo. La sua opera ha influito sulla letteratura italiana e europea, e la sua figura di umanista ha contribuito a plasmare il periodo rinascimentale.

venerdì 7 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Dante Alighieri 1265

Dante Alighieri 1265

 
Dante Alighieri (1265-1321) è stato un poeta, filosofo e politico italiano del Medioevo. La sua opera più celebre è la "Divina Commedia," un poema epico in terza persona composto tra il 1308 e il 1320. Quest'opera è universalmente considerata una delle pietre miliari della letteratura mondiale.
Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Dante Alighieri:
La "Divina Commedia": Questa epopea letteraria è divisa in tre parti principali: "Inferno," "Purgatorio," e "Paradiso." La narrazione segue il viaggio di Dante attraverso l'aldilà, guidato prima dal poeta romano Virgilio e successivamente dalla sua musa Beatrice. Oltre a fornire un'immagine dettagliata dell'Aldilà, la "Divina Commedia" affronta temi come la giustizia divina, il libero arbitrio e la redenzione.
Amore per Beatrice: Dante fu profondamente ispirato e innamorato di Beatrice Portinari, la donna che diventa il suo simbolo di perfezione divina nella "Divina Commedia." La figura di Beatrice svolge un ruolo cruciale nella visione poetica di Dante.
Esilio: Dante fu coinvolto attivamente nella politica della sua città natale, Firenze, ma fu esiliato nel 1302 a seguito di lotte politiche. Questo esilio ebbe un impatto profondo sulla sua vita e sulla sua opera. Durante l'esilio, scrisse opere come il "Convivio" e la "Monarchia" in cui esplorava temi filosofici e politici.
Lingua italiana: Dante è considerato uno dei padri della lingua italiana moderna. La sua scelta di scrivere la "Divina Commedia" in italiano, anziché in latino, contribuì significativamente a consolidare e diffondere l'italiano come lingua letteraria.
Opere minori: Oltre alla "Divina Commedia," Dante scrisse diverse opere minori, tra cui il già menzionato "Convivio" (un trattato filosofico e allegorico), la "Vita Nuova" (una raccolta di poesie e prosa narrativa centrata su Beatrice), e la "Monarchia" (un trattato politico-filosofico).

Dante Alighieri morì a Ravenna nel 1321, ma la sua eredità è rimasta immortale attraverso la sua straordinaria opera, che continua a essere studiata e apprezzata in tutto il mondo. La "Divina Commedia" è stata tradotta in numerose lingue ed è oggetto di innumerevoli interpretazioni e commenti. 

giovedì 6 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Rosvita 935

Rosvita 935

Rosvita fu una monaca sassone, autrice di poemi e drammi latini, nata verso il 935, morta poco dopo il 973. Visse nel monastero di Gandersheim, dove ebbe maestra, indi badessa, una nipote di Ottone I, Gerberga.

La sua prima fatica letteraria fu quella di versificare, in metro eroico o elegiaco, leggende sacre: la storia della Vergine Maria, l'Ascensione del Signore, le passioni di S. Gongolfo, di S. Pelagio, di S. Dionigi, di S. Agnese, la conversione di Teofilo, un miracolo di S. Basilio. Attinse in genere a testi scritti; ma per S. Pelagio s'affidò alla narrazione ch'ella aveva udito dalla bocca d'un cordovano, cioè di un concittadino del santo, testimone oculare della sua vita e della sua morte. Del resto i libri che le servirono per le altre leggende furono testi apocrifi, come il Vangelo di S. Giacomo, o storie ricche di elementi meravigliosi (miracoli, patti diabolici, ecc.), che rivelano a ogni modo i gusti romanzeschi della poetessa. L'ultima sua fatica letteraria fu quella di comporre poemi storici, celebrando le gesta di Ottone I (sino all'incoronazione imperiale del 962, oltre la quale la pia suora non osò provare le sue forze) e le origini del monastero di Gandersheim. Ma tutte queste opere, senza dubbio notevoli, non sarebbero bastate a darle un posto distinto, anzi singolare, nella storia della letteratura latina medievale, se tra la prima e l'ultima serie dei suoi poemi R. non avesse composto anche sei drammi. Buona conoscitrice dei classici, ella osò, sola in tutto il Medioevo, imitare Terenzio. Voleva anzi, possibilmente, con la sua, sostituire l'opera del grande comico latino, non sulla scena, donde era disceso già da tanti secoli Terenzio, e dove R. non sognava certo di salire, ma nelle scuole e nelle biblioteche. Le commedie di Terenzio erano divenute un testo scolastico dei più letti e dei più studiati, un libro dei più diffusi e dei più ricercati; ma la loro immoralità costituiva agli occhi degli spiriti austeri un grave danno. Perciò Rosvita volle porvi rimedio, e "in quello stesso genere letterario, in cui si rappresentavano le lascivie delle male femmine, celebrare la castità delle sante vergini". Cercò dunque l'argomento dei suoi drammi nella letteratura agiografica; ma, poiché le parve constatare che la trattazione di amori colpevoli era, nella commedia, un elemento essenziale, preferì le pie leggende che le potevano fornire di tale materia. Così due dei suoi drammi (Abraham, Paphnutius) rappresentano la conversione di due meretrici; due altri (Callimachus, Dulcitius) il trionfo di una casta donna e di tre pure vergini contro le turpi voglie di due libertini. I due restanti drammi (Gallicanus, Sapientia) si sottraggono tuttavia a questa regola. Del resto R. disconosce i caratteri principali della commedia antica: non solo per lo scopo edificante che si propone, non solo per il funebre fine a cui conduce l'azione (in genere alla morte esemplare di martiri o di penitenti; in un caso all'orribile morte d'un malvagio), ma per l'assenza dell'elemento comico (se si eccettuano alcune notevoli scene del Dulcitius), anzi per la prevalenza dell'elemento tragico (che nel Callimachus assume addirittura carattere macabro); poi per la trasgressione d'ogni limitazione di tempo e di luogo e per la trascuranza d'ogni esigenza scenica; infine anche per l'abbandono d'ogni specie di versificazione, a cui è sostituita ingegnosamente la prosa rimata. Le esercitazioni drammatiche di R. non significano dunque affatto una resurrezione della commedia antica. E non hanno d'altra parte nulla di comune con quei drammi liturgici, che proprio allora stavano nascendo nelle chiese, e dai quali si sviluppò il dramma nuovo. Fu solo più tardi che le sacre rappresentazioni si volsero a sfruttare le leggende dei santi, e a trattare argomenti simili o uguali a quelli di R. Opera isolata fu dunque la sua; e, priva di contatti com'era con la realtà teatrale, piena di inesperienze; macchiata qua e là (specie nel Paphnutius) da pedanterie scolastiche; ma, con tutto ciò, sorretta da un naturale istinto drammatico: netti i caratteri, vivo il dialogo, una, in ogni dramma (se si eccettua il Gallicanus), l'azione: tutti pregi che spiccano in modo particolare nell'Abraham.

Non dunque soltanto la singolarità storica di questi drammi, ma anche il loro valore intrinseco, ne spiega il successo, in tempi recenti, anche fuori della stretta cerchia dei dotti: successo attestato dalle numerose traduzioni in varie lingue, oltre che da qualche isolato e curioso tentativo di rappresentazione.

mercoledì 5 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Letteratura medievale

 

Letteratura epica: Questa categoria comprende epopee e racconti epici che celebrano eroi e avventure. Uno dei capolavori più noti è il "Ciclo arturiano", che racconta le gesta del re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Altri esempi importanti sono il "Ciclo carolingio" con le gesta di Carlo Magno e la "Chanson de Roland".

Letteratura religiosa: La letteratura religiosa medievale include opere di devozione, trattati teologici e testi spirituali. Tra le opere più famose ci sono "Le confessioni" di Sant'Agostino, "La città di Dio" dello stesso autore e il "Summa Theologica" di Tommaso d'Aquino.

Letteratura cortese: Questa categoria comprende opere che trattano l'amore cortese, un'ideale romantico e platonico di amore che metteva in risalto la devozione e il rispetto verso le donne. Il "Roman de la Rose" è uno dei più celebri esempi di questo genere.

Letteratura allegorica: Questo genere utilizzava allegorie e simboli per rappresentare temi religiosi e morali. Un esempio notevole è "La Divina Commedia" di Dante Alighieri, che rappresenta un viaggio attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.

Letteratura cavalleresca: Questa categoria si concentra sulle gesta di cavalieri, spesso alla ricerca della gloria e dell'onore. Opere come "Il ciclo della Bretagna" e "Il ciclo di Guiron le Courtois" sono esempi di letteratura cavalleresca.

Letteratura didattica: Queste opere erano scritte con l'obiettivo di educare e istruire. Il "Roman de la Rose" contiene elementi didattici, così come "Il Fiore delle virtù" di Jacopo da Varazze.

Letteratura satirica e comica: Questa categoria include opere satiriche e comiche che spesso mettevano in ridicolo la società e la Chiesa. "Il Decameron" di Giovanni Boccaccio è un esempio celebre di letteratura comica.

Letteratura popolare: Questa categoria comprende racconti popolari e leggende che sono stati tramandati oralmente prima di essere scritti. Tra questi, ci sono le storie di Re Artù e Robin Hood.

Letteratura teatrale

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, sembrò che il teatro fosse destinato a non esistere più. La Chiesa cattolica, ormai diffusa in tutta Europa, non apprezzava il teatro e, addirittura, scomunicava gli attori. A questa situazione, però, sopravvissero i giullari, eredi del mimo e della farsa atellana che intrattenevano la gente nelle città o nelle campagne con canti e acrobazie. Su di loro pendeva lo stesso la condanna della Chiesa, la quale, dal canto suo, diede origine ad un'altra forma di teatro: il dramma religioso o sacra rappresentazione, per mezzo del quale i fedeli, spesso analfabeti, apprendevano gli episodi cruciali delle Sacre scritture. Rilevante in ambito tedesco fu l'opera della monaca Roswitha di Gandersheim, che, nel X secolo, fece rinascere il dramma in Germania, utilizzandolo come mezzo per attrarre i fedeli e colpirne la fantasia.

Il teatro medievale è un termine ampio che si riferisce alle rappresentazioni teatrali che si svolgevano in Europa durante il periodo medievale, che va approssimativamente dal V al XV secolo. Questo periodo è caratterizzato da una vasta gamma di stili e tradizioni teatrali che variano notevolmente da una regione all'altra, ma ci sono alcune caratteristiche comuni che possono essere identificate nel teatro medievale.

Ecco alcune delle caratteristiche chiave del teatro medievale:

Temi religiosi: Gran parte del teatro medievale era fortemente influenzato dalla Chiesa e aveva temi religiosi predominanti. Le rappresentazioni teatrali erano spesso utilizzate come strumento di insegnamento religioso, e le rappresentazioni delle storie bibliche erano comuni. Uno dei generi più noti era il mistero, in cui venivano drammatizzati episodi della Bibbia.

Teatro liturgico: Molte delle prime rappresentazioni teatrali si svolgevano all'interno delle chiese o dei cortili delle chiese. Questo teatro liturgico era strettamente legato ai servizi religiosi e aveva lo scopo di educare la popolazione sulle storie sacre.

Teatro profano: Nel corso del tempo, il teatro si è evoluto anche al di fuori delle influenze religiose. Sono emerse forme di teatro profano, spesso legate alle feste e alle celebrazioni popolari. I giochi, le farse e le rappresentazioni comiche erano esempi di questo tipo di teatro.

Commedia dell'arte: Alla fine del periodo medievale e nell'inizio del Rinascimento, si sviluppò in Italia la Commedia dell'arte. Questa forma di teatro era caratterizzata da personaggi archetipici, maschere e improvvisazione. Fu una delle prime forme di teatro professionale e influenzò notevolmente il teatro successivo.

Teatro itinerante: A causa della mancanza di teatri permanenti, molte compagnie teatrali medievali si esibivano in spazi temporanei come piazze o cortili. Questo ha dato origine a uno stile di teatro itinerante.

Costumi e scenografie semplici: I costumi e le scenografie medievali erano generalmente semplici e simbolici, spesso realizzati con materiali di recupero. Gli attori si affidavano principalmente alla gestualità e all'espressione vocale per comunicare con il pubblico.

Ruolo delle corporazioni: In alcune città europee, le corporazioni di mestiere erano coinvolte nell'organizzazione delle rappresentazioni teatrali, poiché vedevano nel teatro una forma di intrattenimento e di promozione culturale.

Il teatro medievale ha contribuito alla crescita e all'evoluzione del teatro europeo, fungendo da trampolino di lancio per molte delle tradizioni teatrali successive. Ha influenzato sia il teatro religioso che quello profano, aprendo la strada alla rinascita del teatro nel Rinascimento e all'ulteriore sviluppo delle arti sceniche in Europa e oltre.

martedì 4 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Giovenale

Giovenale II sec. d.C.


Giovenale (o Juvenal in latino) è stato un poeta satirico romano vissuto tra il primo e il secondo secolo d.C. La sua vita esatta è poco conosciuta, ma si stima che abbia vissuto durante il periodo dei cosiddetti "flavii", che include i regni degli imperatori Vespasiano, Tito, e Domiziano. Le opere più conosciute di Giovenale sono i "Satire" (Satirae), una serie di versi satirici che affrontano vari aspetti della società romana del suo tempo. Le satire di Giovenale sono note per la loro satira pungente, il sarcasmo e la critica vigorosa nei confronti della corruzione, della decadenza morale e della vita quotidiana della Roma imperiale. Giovenale affronta argomenti che vanno dalla corruzione politica alla degenerazione sociale, dalle relazioni familiari alle pratiche sessuali. La sua opera è spesso oscura e sarcastica, caratterizzata da un linguaggio forte e dalla denuncia degli eccessi della società romana. Tra le satire più celebri di Giovenale ci sono "La satira delle donne", "La satira del panem et circenses" (il pane e i giochi), che critica la popolazione romana per la loro passività politica e il desiderio di divertimenti invece che partecipare alla vita pubblica. Le satire di Giovenale sono giunte fino a noi in forma incompleta, ma hanno avuto un notevole impatto sulla letteratura satirica occidentale successiva, influenzando autori come Jonathan Swift, Alexander Pope e altri. La sua critica acuta e il suo stile vivace continuano a essere studiati e apprezzati nella moderna critica letteraria.

lunedì 3 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Seneca

Seneca I sec. d. C.
Seneca, il cui nome completo era Lucio Anneo Seneca, comunemente noto come Seneca il Giovane è stato uno scrittore, filosofo e uomo politico romano del I secolo d.C. Seneca è famoso per le sue opere filosofiche, ma è anche noto per le sue tragedie, che rappresentano una parte significativa della sua produzione letteraria.
Seneca scrisse nove tragedie durante la sua vita, tra cui:
"Thyestes" (Thyestes o Tieste)
"Phaedra" (Fedra)
"Phoenissae" (Le fenicie)
"Hercules Furens" (Ercole furioso)
"Troades" (Le Troiane)
"Phaedra" (Fedra)
"Agamemnon" (Agamennone)
"Oedipus" (Edipo)
Le tragedie di Seneca sono notevoli per la loro influenza sulla letteratura successiva e per il loro stile drammatico. Esse sono spesso paragonate alle tragedie greche classiche, ma Seneca ha introdotto alcune differenze significative nel suo approccio alla tragedia. Le sue opere tendono ad essere più violente, con una maggiore enfasi sugli elementi sanguinolenti e crudeli, e spesso esplorano temi come la passione, l'ira, la vendetta e il destino.
Le tragedie di Seneca sono scritte in versi, utilizzando l'esametro, uno schema metrico tipico della poesia epica e drammatica dell'epoca. La loro forma poetica è in contrasto con il più comune metro in prosa utilizzato nelle tragedie greche. 
Nonostante alcune critiche sulla sua originalità e stile, le tragedie di Seneca hanno avuto un impatto duraturo sulla letteratura e il teatro europei. Nel Rinascimento, le sue opere furono oggetto di rinnovato interesse, influenzando drammaturghi come William Shakespeare e molti altri. La sua influenza è ancora visibile nella drammaturgia moderna.

domenica 2 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Svetonio

Svetonio 69 d.C.

Gaio Svetonio Tranquillo, noto comunemente come Svetonio, è stato uno storico e biografo romano vissuto nel I e II secolo d.C. Nacque intorno al 69 d.C. e visse fino almeno al 122 d.C. La sua opera più famosa è "Vite dei Dodici Cesari" (De Vita Caesarum), spesso chiamata anche "Le Vite dei Cesari" o "Le Vite".
"Le Vite dei Dodici Cesari" è una serie di biografie degli imperatori romani da Giulio Cesare fino a Domiziano. Ogni biografia offre una descrizione dettagliata della vita, delle azioni e delle caratteristiche personali di ciascun imperatore. Svetonio si concentra non solo sugli aspetti politici e militari, ma anche su quelli personali, compresi dettagli sulla vita quotidiana, gli hobby e le abitudini dei Cesari.
L'opera di Svetonio è suddivisa in dodici libri, ognuno dedicato a un imperatore specifico. Tra gli imperatori trattati ci sono Giulio Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone e molti altri. L'opera rappresenta una preziosa fonte di informazioni sulla storia romana e sulla vita degli imperatori.
Tuttavia, va notato che Svetonio non è sempre considerato uno storico del tutto accurato. Il suo approccio spesso enfatizza gli aspetti sensazionalistici e aneddotici, e alcune delle sue informazioni possono essere discusse in termini di precisione storica. Nonostante ciò, "Le Vite dei Dodici Cesari" è una delle principali fonti antiche sulla storia romana e ha avuto un impatto duraturo sulla storiografia.
Oltre alle "Vite dei Dodici Cesari", Svetonio scrisse altre opere, tra cui "Vita di Terenzio" (una biografia del commediografo Terenzio) e "De Viris Illustribus" (Vite di uomini illustri), una serie di biografie di personaggi storici e letterari romani.

sabato 1 febbraio 2025

Corso di storia della letteratura: Tacito

Tacito 56 d.C.

Publio Cornelio Tacito è stato uno storico e senatore romano vissuto tra il 56 e il 120 d.C. La sua opera, nota come "Annales" (Annali), è una delle fonti più importanti per la storia romana dal 14 al 68 d.C. Tuttavia, molte delle sue opere sono andate perdute nel corso del tempo.
Le opere principali di Tacito includono:
"Annales" (Annali): Una storia della Roma imperiale che inizia con la morte dell'imperatore Augusto nel 14 d.C. e si estende fino alla morte dell'imperatore Nerone nel 68 d.C. Purtroppo, molte parti di questa opera sono andate perdute, e la narrazione si interrompe bruscamente nel 66 d.C. Tuttavia, ciò che rimane offre una preziosa fonte di informazioni sulla politica e la società romana di quel periodo.
"Historiae" (Storie): Un'opera storica che copre il periodo successivo a quello degli "Annales", dall'anno 69 d.C. fino alla metà degli anni 70 d.C. Purtroppo, gran parte di questa opera è andata perduta.
"Germania": Un trattato che tratta delle tribù germaniche e delle usanze del popolo germanico. Quest'opera è giunta fino a noi ed è un'importante fonte di informazioni sulla Germania dell'epoca.
"Dialogus de Oratoribus" (Dialogo sugli oratori): Un dialogo immaginario tra oratori romani che tratta della decadenza dell'oratoria nella Roma del suo tempo.
Tacito è noto per il suo stile eloquente e la sua abilità nel ritrarre la psicologia umana. La sua opera è caratterizzata da una profonda riflessione sulla corruzione politica e morale, e spesso esprime una certa nostalgia per l'età repubblicana. Tacito è stato un critico acuto dell'autocrazia imperiale, ma allo stesso tempo era un sostenitore della dignità senatoriale.
L'opera di Tacito è stata fondamentale per la comprensione della storia romana e ha avuto un impatto duraturo sulla storiografia occidentale.

LA LIBRERIA DI BABELE News 2 luglio 2025

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