martedì 21 gennaio 2025

Corso di storia della letteratura: Callimaco

 

Callimaco: Il Cesellatore di Parole

Nel cuore dell’età ellenistica, mentre l’impero di Alessandro si frammenta e le culture si mescolano tra Oriente e Occidente, Callimaco da Cirene emerge come la voce sottile e raffinata della nuova poesia. Nato intorno al 310 a.C. nell'attuale Libia, diventa uno degli eruditi più brillanti della Biblioteca di Alessandria, un luogo dove si custodisce e si reinventa il sapere del mondo antico.


L’Eleganza Contro la Grandezza

Callimaco non ama i poemi lunghi e solenni: li chiama “fiumi torbidi”, preferendo invece le “sorgenti limpide”, brevi ma cristalline. La sua è una poetica del dettaglio, dell’allusione, della forma perfetta. Rifiuta l’epica roboante in favore della miniatura preziosa. E con questa nuova arte, rivoluziona la letteratura.


Poeta degli Dei, degli Uomini e dei Miti Minori

Nei suoi Inni, non racconta solo la grandezza degli dèi, ma ne mostra l’umanità, i capricci, le emozioni. Negli Epigrammi, riesce a dire in pochi versi ciò che altri non dicono in cento. Ma è con le Aitia che Callimaco lascia il segno: una raccolta di racconti poetici che spiegano l’origine di riti, culti e tradizioni. Non i grandi eventi, ma le pieghe secondarie della storia: è lì che lui trova la poesia.


Il Letterato che Difende la Poesia come Arte

Callimaco non è solo poeta, è anche studioso, bibliotecario, polemista. Nella Biblioteca di Alessandria cataloga libri, scrive trattati, litiga con i colleghi. Celebre è la sua disputa con Apollonio Rodio, difensore dell’epica tradizionale: uno scontro simbolico tra due visioni del mondo, tra il racconto monumentale e la poesia scolpita nel marmo di poche parole.


Eredità di un Esteta Ribelle

Muore intorno al 240 a.C., ma il suo spirito attraversa i secoli. Lo ammirano i poeti latini come Catullo, Properzio, Ovidio. Lo studiano i filologi. Lo imitano gli esteti. La sua lezione? La vera arte è misura, è scelta, è intelligenza del linguaggio.

Callimaco non vuole stupire con la quantità, ma incantare con la qualità. E in questo, rimane uno dei maestri più sottili e influenti della poesia di tutti i tempi.



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