
Roald Dahl:
biografia, opere e valore letterario
Dopo un periodo di lavoro in Africa per la compagnia petrolifera Shell, Dahl entrò nella Royal Air Force durante la Seconda guerra mondiale. La sua esperienza militare fu bruscamente interrotta da un incidente aereo che lo lasciò gravemente ferito^[1]. Proprio da tale esperienza egli trasse non soltanto ispirazione per i primi racconti pubblicati su riviste statunitensi, ma anche una percezione acuta della fragilità umana, spesso tradotta in figure di adulti autoritari, violenti o grotteschi, contrapposti a bambini capaci di resistenza e inventiva.
L’universo infantile e la critica sociale
La narrativa di Dahl per l’infanzia, inaugurata con James and the Giant Peach (1961), si distingue per un costante equilibrio fra dimensione fiabesca e critica sociale. In opere come Charlie and the Chocolate Factory (1964) e il suo seguito Charlie and the Great Glass Elevator (1972), l’autore articola un duplice movimento: da un lato la creazione di universi fantastici, popolati di invenzioni linguistiche e architetture narrative straordinarie, dall’altro la denuncia dei vizi e delle storture della società contemporanea. I bambini protagonisti incarnano non solo la speranza e la resilienza, ma anche la possibilità di un riscatto etico nei confronti del mondo adulto, spesso corrotto o crudele^[2].
Il tono ludico, coniugato a un lessico inventivo e a un ritmo narrativo rapido, si accompagna quasi sempre a un sottotesto inquietante. È il caso di Matilda (1988), dove la protagonista, bambina prodigio, affronta l’ostilità dei genitori e la tirannia della direttrice Trinciabue. L’opera mette in scena una parabola della conoscenza e della resilienza, riflettendo sulla capacità del sapere e dell’immaginazione di sovvertire i rapporti di potere. Analogamente, The BFG (1982) propone la figura di un gigante buono che, in contrasto con i suoi simili divoratori di uomini, incarna la possibilità di un’alterità etica fondata su bontà e generosità^[3].
La narrativa per adulti e la poetica del grottesco
Se i romanzi per l’infanzia sono universalmente noti, non meno rilevante è la produzione di Dahl destinata a un pubblico adulto. Raccolte di racconti come Someone Like You (1953) e Kiss Kiss (1960) manifestano un gusto per il macabro e per l’umorismo nero, con trame che spesso culminano in un twist ending, capace di destabilizzare il lettore e riflettere su ipocrisie e crudeltà quotidiane. The Wonderful Story of Henry Sugar (1977) e altri racconti successivi mettono in luce un’attenzione per il tema della metamorfosi e del destino, declinati attraverso uno stile tagliente e una costruzione narrativa precisa, che hanno fatto di Dahl un maestro del racconto breve, al pari di autori come Saki o O. Henry^[4].
Ricezione critica, adattamenti e lascito culturale
La ricezione critica di Dahl è stata variabile: se da un lato la critica letteraria ha spesso sottolineato la crudezza e la trasgressione dei suoi testi per l’infanzia, dall’altro ne ha elogiato la capacità di rispettare l’intelligenza dei giovani lettori e di stimolare la loro fantasia^[5]. Numerosi adattamenti cinematografici e teatrali, tra cui Willy Wonka & the Chocolate Factory (1971) e le più recenti versioni di Matilda, hanno consolidato la sua fama globale, dimostrando la versatilità e la forza immaginativa delle sue opere.
Il lascito di Dahl nella cultura contemporanea non si limita alla letteratura infantile: la sua capacità di fondere humour, grottesco e critica sociale ha influenzato generazioni di autori, illustratori e sceneggiatori. La sua opera testimonia come la letteratura per l’infanzia possa essere strumento di educazione emotiva e critica, oltre che fonte di puro piacere estetico. La sua narrativa rimane un invito a riconoscere il valore dell’immaginazione e della resistenza morale, anche di fronte alle ingiustizie e alla brutalità del mondo adulto^[6].
Note
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Sturrock, Donald, Storyteller: The Life of Roald Dahl, London, HarperCollins, 2010.
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West, Mark I., Roald Dahl, New York, Twayne Publishers, 1992.
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Hunt, Peter (ed.), Children’s Literature: An Anthology 1801–1902, Oxford, Blackwell, 2001.
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Nash, Ilana, “Darkness and Delight: Roald Dahl and the Aesthetics of Ambivalence,” in Children’s Literature Association Quarterly, Vol. 27, No. 3, 2002.
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Carpenter, Humphrey, Roald Dahl: A Biography, London, Weidenfeld & Nicolson, 1985.
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Blake, L. & Green, K., The Magic of Roald Dahl: Literature and Legacy, New York, Routledge, 2015.
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