lunedì 14 luglio 2025

Corso di Storia della letteratura: Fo 1926

Dario Fo 1926

Dario Fo nasce il 24 marzo 1926 a Sangiano, in provincia di Varese. Cresce in un ambiente vivace dal punto di vista culturale, influenzato dal padre ferroviere e narratore popolare. Studia all'Accademia di Belle Arti di Brera, ma la sua vocazione teatrale lo porta a dedicarsi alla recitazione e alla scrittura.

Negli anni '50 inizia a lavorare in teatro e in televisione con la moglie Franca Rame, attrice e compagna di vita, con cui forma un sodalizio artistico indissolubile. Il loro teatro, fortemente satirico e politico, denuncia le ingiustizie sociali, la corruzione e il potere ecclesiastico. Spesso censurato e osteggiato dalle istituzioni, Fo continua a portare avanti il suo impegno civile attraverso il teatro di strada e le compagnie indipendenti.

Nel 1997 riceve il Premio Nobel per la Letteratura, riconoscimento che celebra la sua capacità di "far ridere i potenti e dare voce agli oppressi". Muore il 13 ottobre 2016 a Milano, lasciando un'eredità artistica e politica di straordinaria importanza.

Opere principali

Mistero Buffo (1969) – Il suo capolavoro, un monologo che reinventa le giullarate medievali mescolando satira e impegno sociale, recitato in un "grammelot" comico e surreale.

Morte accidentale di un anarchico (1970) – Ispirato al caso Pinelli, una feroce critica alla repressione politica e agli abusi di potere.

Non si paga! Non si paga! (1974) – Una commedia grottesca sulle difficoltà economiche delle classi popolari e la disobbedienza civile.

Il Papa e la strega (1989) – Satira pungente sulla Chiesa e il potere religioso.

La figlia del Papa (2014) – Uno dei suoi ultimi testi, dedicato alla figura controversa di Lucrezia Borgia.

Valore e influenza

Dario Fo è stato uno dei più grandi maestri del teatro contemporaneo, capace di unire comicità, satira e denuncia sociale con un linguaggio teatrale innovativo. Ha riscoperto la tradizione dei giullari medievali, creando un teatro popolare ma colto, accessibile a tutti e mai banale. La sua eredità è ancora viva nel teatro e nella cultura italiana, e la sua capacità di ridere del potere resta un modello di impegno e libertà di espressione.


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