martedì 31 dicembre 2024

Corso di storia della letteratura: von Horváth 1901

Ödön von Horváth 1901

Ödön von Horváth nacque il 9 dicembre 1901 a Sušak (oggi parte di Fiume, in Croazia), allora parte dell'Impero Austro-Ungarico. Figlio di un diplomatico ungherese, trascorse l'infanzia tra Belgrado, Budapest, Monaco di Baviera e Vienna, esperienze che gli diedero una visione cosmopolita e uno sguardo critico sulla società mitteleuropea. Dopo aver studiato a Vienna e Monaco, Horváth si stabilì a Berlino, dove entrò in contatto con gli ambienti teatrali della Repubblica di Weimar. Già nei primi anni '30, le sue opere riflettevano il crescente clima di tensione politica e l'ascesa del nazismo. Con l'arrivo al potere di Hitler nel 1933, le sue opere furono bandite e si rifugiò prima a Vienna, poi a Parigi. Morì tragicamente il 1º giugno 1938 a soli 36 anni: mentre camminava sugli Champs-Élysées, una tempesta fece cadere un ramo di un albero, che lo colpì alla testa uccidendolo sul colpo. Opere principali e tematiche Horváth è noto per il suo teatro critico e grottesco, che denuncia le ipocrisie della società e il conformismo della piccola borghesia. Il suo stile è influenzato dall'espressionismo e dal teatro epico brechtiano, ma con una vena ironica e tragica che lo rende unico. "I racconti del bosco viennese" (Geschichten aus dem Wiener Wald, 1931) Uno dei suoi drammi più celebri, ambientato nella Vienna degli anni '30, dove il sogno di un amore romantico si scontra con una società cinica e spietata. "Gioventù senza Dio" (Jugend ohne Gott, 1937) Romanzo che racconta l'educazione autoritaria e militarizzata nella Germania nazista attraverso gli occhi di un insegnante disilluso. "Fede, amore, speranza" (Glaube, Liebe, Hoffnung, 1932) Storia tragica di una giovane donna che cerca di sopravvivere in una società indifferente e crudele, sottolineando la brutalità del capitalismo. "Kasimir e Karoline" (1932) Dramma ambientato durante l’Oktoberfest di Monaco, in cui la crisi economica si intreccia alle vicende sentimentali di una giovane coppia, mettendo in evidenza la fragilità delle relazioni in una società disumanizzante. "Figli di nessuno" (Ein Kind unserer Zeit, 1938) Romanzo pubblicato postumo, che racconta la progressiva trasformazione di un giovane in un fanatico soldato del regime, sottolineando i pericoli dell’indottrinamento. Stile e valore artistico Horváth ha saputo cogliere con lucidità la crisi morale e politica della sua epoca, anticipando la catastrofe del nazismo. Il suo stile è caratterizzato da: Dialoghi brevi e incisivi, che rivelano l'ipocrisia e la superficialità della società. Uso del grottesco, per mostrare il contrasto tra le illusioni dei personaggi e la dura realtà. Critica sociale spietata, soprattutto verso la piccola borghesia e il conformismo. Oggi, le sue opere sono considerate fondamentali nella letteratura del primo Novecento, accanto a quelle di Brecht e Döblin. Il suo teatro è ancora attuale per la sua capacità di smascherare i meccanismi di potere e alienazione della società moderna.

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